venerdì 27 aprile 2012

Crepuscolo del neoliberismo (pubblicato su noclaps)

Eppur si muove….
Ovviamente non se ne parla, ma qualcosa finalmente si muove nella direzione desiderata da tanti.. Anche dal sottoscritto.
Notizia di pochi giorni fa, la decisione del governo argentino della presidente Cristina Kirchner di nazionalizzare l’azienda petrolifera argentina YPF, controllata dalla spagnola Repsol. Nazionalizzare è il termine usato da tutti, ma rinazionalizzare sarebbe piu’ corretto, in quanto la YPF, letteralmente “giacimenti petroliferi fiscali” creata negli anni 20 del secolo scorso, era appunto la riserva petrolifera dello stato gestita dallo stesso, fino alle grandi privatizzazioni degli anni 90.
Il regista argentino Solana, nel suo film “memoria del saccheggio”, definisce le privatizzazioni la “grande abbuffata”. Ovviamente Solana parlando di abbuffata, non si riferiva né ai normali cittadini, e nemmeno alle casse dello stato.
Durante le presidenze Menem, vennero privatizzate società e gangli vitali dello stato argentino. Dalla YPF, alla Aerolinas Argentinas vennero applicati gli “aggiustamenti strutturali” suggeriti dal Fondo Monetario Internazionale. Misure riassumibili in “meno stato e più mercato”, crediti in cambio di privatizzazioni e di una riduzione dello stato sociale. ( ..nessuno ha un dejà vu? )
Gli argentini di ieri erano impossibilitati ad inflazionare la propria moneta, e quindi di ridurre contemporaneamente il debito e rendere più competitive le proprie aziende. Il pesos argentino era allora ancorato al dollaro, e mentre le aziende delocalizzavano in paesi limitrofi dove la manodopera era più economica, venivano elargiti dalle banche grossi crediti al consumo. (il mio dejà vu cresce)
Nel 2001 l’economia crolla ed a dicembre si ha il blocco dei conti correnti privati in garanzia del debito estero: il corralito. (niente dejà vu, solo spiacevole sensazione allo stomaco, molto forte…)
Bene, dopo dieci anni di lotte e di una decisa virata a sinistra del paese, prima con il presidente Nestor Kirchner, e dopo la sua morte, con la sua vedova Cristina, l’Argentina ha cambiato rotta, ed ora applica la ricetta inversa a quella predicata ad Harward: più stato e meno mercato. Perché non di solo mercato è fatta la società, e parafrasando Gianni Mina’ “credere ancora che il mercato metterà tutto a posto è un equivoco” (io direi delirio). I giacimenti petroliferi tornati in mano statali rappresentano solo l’ultimo capitolo di una storia recente in cui le poste, l’acqua, la compagnia di bandiera ed altre risorse strategiche sono tornate in mani pubbliche. (non posso trattenere un sorriso… :) )
I risultati sono sorprendenti, gli indici di povertà ed indigenza sono un quarto di quelli degli anni 90 e l’economia nazionale cresce a ritmi del 7-10% l’anno; l’investimento in istruzione pubblica è passato dal 2 al 6.5%, un programma strategico del ministero della scienza e tecnologia (il RAICES) promuove e facilita il rientro dei ricercatori argentini, ed un dato per tutti: dei 200’000 argentini sbarcati in Italia nel 2002, il 90% è tornato indietro (“meglio, molto meglio, la’)
Il neoliberalismo in fondo, ha solo un difetto: non funziona.
Buona crisi a tutti e pensate alle immense possibilità che si stanno per aprire: essere intervistati da Aljazeera mentre inseguite Gasparri sul lungotevere con due padelle in mano.. Spettacolare. ;)
P.S. Dalla corrispondenza diplomatica (riservata) pubblicata da Wiki-leaks (ehhhehhh), la segretaria di stato hilary clinton (minuscolo) avrebbe chiesto all’ambasciata americana a Buones Aires, di verificare lo stato di salute mentale della presidente Cristina Kirchner Fernandez. Da Buones Aires le confermarono che non è matta. E ora è chiaro a tutti: non è neanche scema! ;) 

Pubblicatu su noclaps

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